CollezioneDipintiAssunta tra i santi Pietro e PaoloAutore: Mariano Rossi?Data: XVIII secoloDimensioni: 178X110 cmTecnica: Olio su telaProvenienza: Lamezia Terme, CattedraleIscrizione in basso: CAROLU… EPISCOPUS NICASTRENSIS HANC SACRAM AEDEM A FUNDAMENTIS EREXIT RELIGIOSO CULTUI RESTITUIT MAGNIFIC… ORNAVIT |
L’opera si sviluppa su un duplice registro. Il primo, quello divino, dall’alto verso la prima metà dell’opera, e il secondo, quello terreno, nella parte bassa. E’ infatti un paesaggio naturale segnato da profili montuosi e un lontano orizzonte, che accoglie le due maestose figure, poste in primo piano, dei santi Pietro e Paolo. La posizione delle figure dei santi richiamano alla natura terrena dell’uomo che seguendo gli insegnamenti del Cristo può sperare di ricevere la luce divina. Li vediamo infatti accolti in un paesaggio molto naturale avvolto da un luce non troppo decisa, un chiaroscuro che simboleggia la natura dell’uomo eternamente in bilico tra il bene e il male. Il primo posizionato sulla sinistra del dipinto rivolge lo sguardo all’osservatore indicandogli con la mano che stringe la chiave la via per il paradiso. Il suo volto come la sua mano sono avvolti da quella luce divina che si staglia dalla Madonna a voler simboleggiare la loro parte divina, il loro essere parte del cielo. Anche San Paolo con lo sguardo rivolto a cielo è stupito e commosso per la sua Chiamata. Il libro con i suoi scritti rappresentativi di una nuova vita e la spada di una vita ormai abbandonata ci presentano Paolo come l’esempio più nobile della natura umana capace di scegliere il bene e rifiutare il male. Nella parte alta dell’opera possiamo osservare l’assunzione al cielo di Maria avvolta da una luce che non ha origine, che ci suggerisce una natura celeste, divina. Quella stessa luce che vince e abbaglia quella fioca proveniente dal basso vuole simboleggiare la vittoria di Dio sulle tenebre e la cura di Dio padre nel seguire e “illuminare” i passi di quanti sceglieranno di seguire la sua parola che ci porterà al suo cospetto a godere della vita eterna. Questa luce abbagliante rende visibile il coro degli angeli raffigurati in questo cerchio che pur non conferendo peso e corpo ai puttini si perde nell’ombra nella parte alta del cerchio lasciando intuire la naturale tendenza dell’uomo di percepire il mistero del divino. Descrizione storica L’opera si inserisce perfettamente come impianto iconografico e stilistico in un periodo di transizione tra classicismo e barocco. Inizialmente attribuito alla scuola del Maratta oggi la possiamo attribuire a Mariano Rossi. Non si conosce la committenza del dipinto ma sappiamo che dovette essere realizzato per la cattedrale di Nicastro al fine di mantenere vivo il legame della città con la duplice titolarità della figura dell’Assunta a cui la cattedrale normanna, crollata nel sisma del 1638, era dedicata e i santi Pietro e Paolo santi patroni della città. Dall’iscrizione frammentaria posta in basso al dipinto si evince che alla fine del 1700 Mons. Carlo Pellegrini costruì e decorò la cappella dove venne collocato il dipinto. |
Copyright © 2023 - Museo Diocesano di Lamezia Terme - Progettato da Istituto Superiore "Carlo Rambaldi" Polo Tecnologico di Lamezia Terme